Si può imparare bene l’inglese “divertendosi”, con leggerezza, col sorriso sulle labbra, senza le noiose lezioni su grammatica e sintassi che finiscono talvolta per scoraggiare anche i più volenterosi “studenti” e determinano un alto indice di “abbandoni” a corsi appena iniziati? Sì, si può e lo ha dimostrato John Peter Sloan, l’insegnante di inglese più famoso d’Italia, morto improvvisamente la settimana scorsa a soli 51 anni a Menfi, il paese siciliano di cui si era innamorato e che aveva scelto quattro anni fa come dimora stabile per lui e la sua famiglia.
Una storia singolare quella di John Peter Sloan, giunto in Italia nel 1990 con la sua banda rock “The Max”, con la quale aveva in programma numerosi concerti. Atterrato a Milano rimase affascinato dal fatto che “le persone non parlavano, urlavano”; e non ebbe più dubbi , “era un manicomio, perfetto per me!” scrisse qualche tempo dopo. Da allora non ha più lasciato l’Italia.
Diventa insegnante di inglese per necessità e quasi per caso. La nascita della figlia Dhalissia lo spinge a “trovarsi un lavoro” che gli possa assicurare una condizione economica più stabile. E il lavoro gli viene da una intuizione, la necessità di creare un “ponte emotivo” e umano tra la cultura inglese e quella italiana per rendere più agevole l’accesso alla grammatica inglese, che secondo Sloan viene insegnata in maniera troppo severa e noiosa nelle scuole italiane.
Il successo arriva del tutto inaspettato nel 2010 con la pubblicazione del Best Seller “Instant English”, più di trecentomila copie vendute solo con la prima edizione e nascita ufficiale del “Metodo Sloan”. Tutti i guadagni investiti nella fondazione di quattro scuole di inglese a Milano, Roma e, per ultimo, a Menfi, il paese che definiva “un paradiso terrestre”, dove “le arance si raccolgono per strada e non si comprano al supermercato”.
Personaggio poliedrico, potremmo dire “dal multiforme ingegno”, comico irresistibile e originale, viene ricordato anche per la sua partecipazione al programma televisivo Zelig, dove si esibiva in indimenticabili ed esilaranti monologhi, in molti dei quali cercava di spiegare agli inglesi le espressioni italiane più comuni che non hanno una precisa traduzione nella lingua inglese. Con risultati comici irresistibili.
Un uomo che ha dimostrato che non esistono “incompatibilità” tra popoli diversi, che è possibile creare profonda empatia anche tra mondi che sembrano assolutamente diversi per storia, condizione sociale, cultura e tradizioni.
Insieme alla moglie italiana si dedicava anche ad un’altra delle sue grandi passioni, soccorrere cani randagi, che raccoglieva fra le strade della cittadina siciliana, e per i quali aveva fondato un rifugio, l’”Hot Dogs Rescue”, e aveva in programma di aprirne molti altri. Un ulteriore elemento che testimonia la profonda umanità di una persona la cui scomparsa ha determinato un sincero e generale cordoglio.
